Metodologia di animazioni

SCHEMA DI PERCORSO DI ANIMAZIONE

Premessa
Lo schema qui proposto è stato pensato e organizzato come strumento tipo per docenti ed educatori, ovverosia come una sorta di documento di linee guida per attività di animazione socio-culturale sul tema della memoria delle donne di pace del Risorgimento da realizzarsi a livello scolastico ed associativo, in particolare con adolescenti e pre-adolescenti.
E’ articolato su blocchi logici e temporali, per un programma di attività, meglio per un progetto di ricerca/azione rivolto ad adolescenti e pre-adolescenti che si sviluppi con una chiara finalità educativa e che, attraverso il metodo dell’animazione, punti alla motivazione e responsabilizzazione del ragazzo.
Le fasi nel quale il percorso è articolato sono le seguenti:
A.lancio;
B.impostazione della ricerca / azione;
C.indagine storica, bibliografica e documentaria;
D.uscita sul campo;
E.tabulazione dei dati raccolti;
F.operatività;
G.comunicazione;
H.animazione di comunità;
I.valutazione dei risultati.

Ovviamente ogni fase può essere più o meno consistente e potrà essere più o meno temporalmente dilatata, ciò in relazione al livello di maturazione del gruppo nel possedere gli strumenti tecnici necessari all’operatività prevista.
Però ogni progetto che voglia caratterizzarsi, in grande o in piccolo, come progetto di animazione socio-culturale in tema di pace dovrà comunque garantire al suo interno siano presenti tutte queste fasi.
Evidenziamo che un buon progetto di animazione deve comunque essere soprattutto capace di dare buoni risultati educativi per i ragazzi membri del gruppo. Se realizzare alcune delle fasi dello schema qui proposto, avesse come contropartita la perdita di qualità educativa dei risultati, meglio rinunciarvi.

Il lancio del progetto
Finalità educativa: RISCOPRIAMO LE DONNE LOMBARDE DI PACE DEL 1859

Il docente / educatore, una volta metabolizzata questa strategia, presenta al gruppo il tema in forma di proposta-stimolo.
Il tema che viene proposto, “una sorgente dell’Europa di pace si trova in Lombardia”, lega il concetto di pace e di Europa Unita a personaggi concreti, testimoni reali che hanno precisi riferimenti e legami con il locale, ovvero al territorio della Lombardia dove i ragazzi risiedono. Ciò perché, e questo va sottolineato e documentato con chiarezza, Pace ed Europa fanno parte dell’identità storica della Lombardia. Questi contenuti emergono già durante il Risorgimento e si travasano nell’ordinamento giuridico fondamentale del nostro Paese con l’approvazione dell’articolo 11 della nostra Costituzione Repubblicana..
Non si tratta però di interessarsi unicamente a comportamenti “eroici”; vanno considerati importanti come oggetto di studio anche piccoli fatti di vita quotidiana, presi dagli archivi o dalla memoria orale, facendo tesoro della miniera rappresentata da certi esperti di storia locale, spesso non debitamente considerati. Ad esempio, anche durante la campagna militare del 1859, furono frequenti i casi di requisizione di beni, come carri e cavalli, (allora ben più preziosi dei camioncini di oggi), prelevati forzosamente da parte delle autorità militari degli eserciti che attraversavano la Lombardia. Tutti indicatori che evidenziano come il tema guerra / pace poteva arrivare comunque a influenzare la vita di tutti i giorni di normali cittadini anche lontani dai luoghi di battaglia.
Ciò rende possibile un approccio narrativo concreto in chiave di racconto di storie di vita e di luoghi che le hanno accolte, rispetto alle quali è possibile identificarsi.
Ecco una mappa parziale indicativa di donne di pace, lombarde e no, di cui si evidenzia il legame a specifici eventi della campagna militare del 1859:
– Donne di Castiglione delle Stiviere (battaglia di Solferino – Mantova);
– Donne di Montichiari (battaglia di San Martino – Brescia);
– Madre Marina Videmari (ospedali militari di Milano);
– Valérie de Gasparin (battaglia di Solferino e battaglia di Magenta)

Finalità educativa: COSA ABBIAMO RICAVATO DALLA NOSTRA ESPERIENZA?
Il docente / l’educatore e i ragazzi concludono il loro lavoro con la valutazione dell’esperienza, sia a livello di prodotti che dei processi attivati. Si tratta di rilevare e di’analizzare i risultati ottenuti (ovvero cosa è cambiato con l’esperienza fatta) a livello dei processi cognitivi (in particolare se si tratta di un’esperienza didattica) ma anche di convinzioni e comportamenti personali nonché di servizio, per come questo è stato dato al territorio.
Il percorso partirà dalla lettura critica dei prodotti dei ragazzi e della documentazione di vario tipo realizzata (materiali espressivi, documentazione audiovisiva, ecc.) per poi toccare il come questi sono stati portati a termine. Si possono utilizzare anche schede da far compilare ad ogni ragazzo individualmente o collettivamente a livello di gruppo.

Dal punto vista educativo, è soprattutto importante l’autovalutazione del gruppo protagonista dell’esperienza, che potrà anche tradursi in un ultimo simpatico lavoro. Dalla discussione e dal riordino degli appunti di lavoro e dei pensieri espressi dai singoli, si potrà produrre (qualora già non fosse stato realizzato) un diario di bordo dell’esperienza che, una volta riprodotto, verrà consegnato a futura memoria a tutti coloro che hanno corso insieme la loro avventura di pace sulle orme delle donne lombarde che, in quel ormai lontano, ma da non dimenticare, giugno 1859, si impegnarono concretamente per creare le condizioni perché i popoli d’Europa potessero essere “tutti fratelli”.